Chiesa parrocchiale di Santa Maria

Ultima modifica 9 giugno 2022

La Chiesa parrocchiale di S. Maria, eretta tra il 1660 e il 1680 sull'area di un precedente edificio, presentanella facciata a capanna un sontuoso portale barocco, opera di Giovanni Pacassi goriziano, e sette statue: cinque, collocate entro altrettante nicchie, raffigurano S. Rocco, S. Antonio abate, la Beata Vergine del Rosario, S. Matteo e S. Giovanni Battista, e sono state attribuite a Pietro Baratta (1659-1729) o alla sua bottega (ma una pubblicazione locale le dice di G. Caratti) per la bontà dell'esecuzione e la nobiltà del modellato; due statue barocche poste sul tetto rappresentano S. Caterina da Siena e S. Domenico: per esse è stato fatto il nome di Leonardo Giuliani.

L'interno della chiesa offre la possibilità di avvicinare opere di epoche diverse: dall'antica, medioevale Chiesa di Camarcio (il primo nome di Villa Vicentina) proviene il bellissimo ex tabernacolo (visibile a fianco dell'altare del Sacro Cuore di Gesù) composto da due pezzi. Il primo comprende la cassetta di legno con la cornice scolpita in rilievo (foglie ornamentali, simboli degli Evangelisti) ed è databile al XIII secolo; il secondo, a forma di arco moresco (XIV-XV secolo) contiene la figura in bassorilievo di un angelo con le ali spiegate.

L'altare maggiore e quelli laterali affidano il loro movimento alla presenza di marmi bianchi e neri. Il primo altare laterale di destra (1691), attributo al gradiscano Paolino Zuliani, ha al centro il Crocifisso, scolpito in pietra gentile su sfondo di marmo nero, e due statue di S. Michele e S. Gabriele (scultore Pietro Baratta), il primo a sinistra, attributo anch'esso alla mano maestra di Pietro Baratta, è quello della Madonna del Rosario (1687): ha le statue dei Ss. Domenico, Antonio e Giovanni Battista oltre a quella della Madonna del Rosario ed è incorniciato dai tondi con i Misteri del Rosario dipinti. Prima dell'abside sorgono gli altari scolpiti dal gradiscano Pasquale Lazzarini (1667-1731), con pale dipinte da Giacomo Rizzi di Farra (l'una con i Ss. Antonio e Andrea, l'altra con i Ss. Rocco, Sebastiano, Pietro e Apollonia).
L'abside, con un bei altare maggiore ricco ed esuberante (statue laterali di S. Matteo e S. Giovanni, 1736), è la parte più elegante della chiesa, con un coro ligneo del Seicento e due elaborati portali di marmo (di Leonardo Pacassi quello in "cornu epistulae"; di Giovanni Pacassi quello in "cornu evangelii"). Sopra l'altar maggiore, l'antica statua della Madonna del Rosario.
Da guardare anche gli affreschi ottocenteschi degli udinesi Domenico Paghini (nella nicchia del Battistero) e Lorenzo Bianchini (1885) nel soffitto del coro e della navata.


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